Il 3 aprile, in occasione di una visita privata, ho avuto la possibilità di partecipare per un’intera giornata alle attività della Scuola Svizzera Bergamo. Dopo una breve introduzione alla scuola dell‘infanzia ho potuto osservare sequenze di lezione più lunghe alla primaria e alle medie. Ovviamente non mi è possibile esprimere un completo giudizio qualitativo a fronte di una sola giornata di visita, tuttavia ho avuto modo di raccogliere ricordi indimenticabili.
A chiunque vista la scuola accade un po‘ la stessa cosa: si arriva da fuori sapendo che la maggior parte degli alunni è di madrelingua italiana, dunque il primo aspetto che interessa è il rapporto con la lingua. Ed è proprio in merito a questo che è sorprendente constatare con quale coerenza i bambini e i ragazzi cercano di esprimersi in tedesco. Tentativi di sviare ricorrendo all’italiano sono rari, anche se soprattutto nelle prime classi della primaria è necessario riformulare le richieste con alcune parole in italiano. È inoltre incredibile osservare come la maggioranza degli alunni, nonostante l’evidente difficoltà nel trovare le parole e l’insicurezza nell’esprimersi, non si vergogna a utilizzare la lingua tedesca. Questo indica la grande sensibilità e motivazione date dagli insegnanti in merito a una sana cultura dell‘errore. La spontaneità e naturalezza con la quale i bambini della primaria accettano le lezioni in lingua tedesca lascia dedurre come già alla scuola dell’infanzia venga fatto un fondamentale lavoro sulle basi linguistiche. L’automatizzazione della lingua tedesca come lingua d’insegnamento si attua quindi molto precocemente.
Quanto sia effettivamente elevata la competenza linguistica in tedesco non mi è possibile giudicarlo sulla base della mia breve visita. Le lezioni nelle quali i ragazzi si stavano preparando agli esami di tedesco B1 e B2 (2° e 3° media) lasciano indubbiamente percepire un’ampia varietà di livelli, che è possibile osservare anche nelle scuole svizzere. Fondamentalmente mi sembra che i ragazzi siano in grado di rispondere spontaneamente e in modo comprensibile in tedesco e riescano a far capire le proprie intenzioni. Allo stesso tempo mi è ancora una volta chiaro quanto sia difficile la lingua tedesca. Per questa ragione porto un grandissimo rispetto ai ragazzi e ai bambini per il loro rendimento!
Ringrazio gli insegnanti e il Direttore, Fritz Lingenhag, per avermi concesso di svolgere queste osservazioni. Resteranno fra i miei ricordi della giornata quelli di una quotidianità scolastica armonica, un rapporto di reciproco rispetto, un lavoro serio e tanta allegria e vivacità.
Dorothee Widmer
Presidente KVSBA – Commissione per l’educazione svizzera all‘estero (Basilea)